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domenica 11 luglio 2010

Cous cous italian style


Ora che anche le mie giornate sono diventate simili a quelle della maggior parte della gente, 10 ore al giorno fuori casa con conseguente pranzo in giro e stanchezza serale molto accentuata, la domenica è diventata ancora più preziosa. E il poco tempo per cucinare ancora più piacevole. Peccato che le temperature non agevolino preparazioni troppo elaborate, però questo caldo ha anche un suo lato piacevole, perchè si è costretti a stimolare la creatività anche in cucina, per preparare qualcosa che ingolosisca, che faccia venire voglia di mettersi comunque a tavola con gusto, anche se freddo, anche se semplice.
E in questi casi riso, orzo, farro, bulghur, cous cous da sposare a tutte le verdure dell'orto sono secondo me gli alleati migliori. Questa volta siamo andati di cous cous, per ovvie ragioni descritte precedentemente precotto, ma ugualmente valido. La cosetta in più, che ho aggiunto rispetto ai miei soliti cous cous con le verdure grigliate, è stata un'abbondante mescolata di pesto alla genovese, che ha dato al tutto un mood italianissimo.
Per il cous cous precotto, indipendentemente da quanto c'è scritto sulla confezione, io uso sempre lo stesso metodo: verso il cous cous in una quantità di acqua bollente pari al suo peso, insieme ad un cucchiaio di olio e un cucchiaino di sale ogni 250g di acqua. Spengo il fuoco, copro e lascio lì per 5 minuti esatti, poi scopro, sgrano con la forchetta e condisco con altro olio (o burro). Poi è pronto da usare. E inutile dire che le varianti a questo punto possono essere infinite.


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Cous cous al pesto e zucchine grigliate
x 3-4 persone

cous cous precotto 250g
acqua 250g
sale 1 cucchiaino
olio e.v.o.
1 zucchina (o 2 piccole)
prezzemolo
4 cucchiai di pesto alla genovese (possibilmente fatto in casa, gente, quelli comperi sono terribilie soprattutto indigeribili!!!!)
scorza di 1\2 limone e qualche goccia di succo

Tagliare la zucchina a fette sottili, poi grigliarle per 2-3 minuti per lato. Spennellarle con un'emulsione di olio, sale e prezzemolo. In una pentola ampia scaldare l'acqua, unire un cucchiaio di olio, un cucchiaino di sale e quando bolle spegnere. Versare il cous cous e coprire. Dopo 5 minuti scoprire e sgranare, condire con il pesto e se necessario con un altro po' di olio. Aggiungere la scorza di limone e qualche goccia di succo. Tagliare le zucchine a striscioline tenendone da parte qualche fetta, unire al cous cous e mettere a riposare in frigo per qualche ora. Al momento di servire, disporre sul piatto qualche fetta di zucchina e sopra il cous cous.

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venerdì 30 aprile 2010

Per il pic nic del primo maggio - il dolcetto

Preso atto ormai che il mio primo maggio non sarà festeggiato con un pic nic ma con una cena vera e propria a tavola (ancora tutta da preparare) (e anche perchè dicono che piove), voglio però finire di raccontarvi un po' quello che avevo progettato nell'altra eventualità. 
Come avrete già notato dal primo e dal cake, avevo immaginato una cosa davvero semplice, soprattutto nella preparazione, ma anche nei sapori, di conseguenza non poteva finire che con qualcosa di cioccolatoso. Perchè comunque si, è vero, ci sarà anche caldo in questi giorni, ma a me personalmente il rifiuto estivo per il cioccolato e per tutte le ricette che lo comprendono deve ancora arrivare, anzi ci sono certi anni in cui proprio non arriva mai. Solo un piccolo tocco diverso dal solito, che veramente non credevo, esalta il sapore del fondente in un modo esagerato: il fior di sale alla vaniglia. (regalino della dolcissima Anemone).
Sul giornale da cui ho preso queste tortine, venivano definite muffin, ma dal momento che del muffin non hanno ne' il procedimento ne tantomeno la forma finale, io le chiamo semplicemente tortine, perchè in effetti è questo che sono, anzi nei casi in cui risultasse più comodo, si porebbe fare anche una torta unica, ci ho provato e ci sta. Anche se l'idea di sbocconcellare una tortina monoporzione al cioccolato in relax chiacchierando in un prato su un panno a quadretti e rischiando sempre di mangiarsi anche la carta perchè si è troppo presi da tutto il resto mi piace molto di più. :)

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Tortine al fondente con fior di sale alla vaniglia (dosi tratte da Alice Cucina, aprile 2009)

burro 240g
cioccolato fondente 240g
uova 4
zucchero 200g
farina 300g
lievito per dolci 1 bustina
fior di sale alla vaniglia

Far fondere il burro e il cioccolato insieme, a bagnomaria o nel microonde. In un'altra ciotola montare le uova con lo zucchero fino a ottenere un composto denso e spumoso. Incorporare poi il cioccolato fuso e mescolare.
Unire la farina mescolata al lievito, amalgamare e distribuire negli stampini rivestiti con l'apposita cartina. Aggiungere su ognuno un pizzico di fior di sale ed eventualmente qualche altra scaglia di fondente e cuocere a 180 per 20 minuti. Prima di servire spolverare con zucchero a velo o a piacere con un altro po' di fior di sale.
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mercoledì 28 aprile 2010

Per il pic nic del primo maggio - il cake


Ultimamente mi sono accorta di una cosa. Che quando si trova una ricetta apparentemente perfetta e definitiva per qualcosa...è sempre comunque meglio non fermarsi lì. Perchè magari, nascosta proprio tra le vecchie pagine dei blog che amiamo di più, o nel libraccio vecchio e bistrattato ereditato dalla nonna, o anche solo nella nostra testa, ce n'è un altra che può essere ancora migliore.  
Per i cake salati credevo di aver trovato la formula perfetta quando feci questi qui, poi dopo non so quanto tempo di assoluta dedizione a quella ricetta ho deciso di provare a modificarla un po'. Lo yogurt bianco al posto del latte era ormai già una costante in tutti i miei cake, e la sostituzione di metà del formaggio con uno spalmabile, di solito lo stracchino, introdotta solo ultimamente, mi rende tutto meno asciutto e con quel sapore un po' più acidino e meno dolce che mi piace ancora di più. Poi solo una grossa cucchiaiata di erbette. Così da renderlo solo lievemente aromatizzato e adatto per essere spalmato con di tutto di più.

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Cake salato alle erbe tutto da spalmare

2
00g farina autolievitante
3 uova
100g olio evo
125 ml yogurt
50g di stracchino
50g parmigiano reggiano
due cucchiai di erbe fresche tritate (rosmarino, prezzemolo, erba cipollina...)
un cucchiaino raso di bicarbonato di sodio
un pizzico di zucchero
sale e pepe

Accendere il forno a 180 gradi.
Tritare con la mezzaluna le erbette fini fini.
Sbattere insieme con una frusta l'olio, lo yogurt, le uova,  lo zucchero, il sale e il pepe. Aggiungere lo stracchino e amalgamare bene il tutto. Unire la farina setacciata con il bicarbonato e infine il grana e le erbette.
Versare l'impasto in uno stampo per plumcake rivestito con carta da forno e infornare a 180 gradi per 35-40 minuti.
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lunedì 26 aprile 2010

Per il pic nic del primo maggio - il primo


Ormai le insalate di riso e pasta hanno ripreso piede nella mia cucina quotidiana, ancora di più degli altri anni stavolta, diciamo che ormai non ne posso più fare a meno. Alla sera, quando qualcuno torna tardi dal lavoro o dagli allenamenti, per non dover rimanere in ballo fino a chissà che ora a riscaldare pentolini, e soprattutto a pranzo, quando mentre tutti si avviano verso quella mensa pestilenziale non avendo altra scelta, tu puoi orgogliosamente dire andate pure, io ho le mie penne di farro alla menta e limone.
La ricetta l'ho trovata vagando in rete, in uno di quei siti pieni di pubblicità e con le foto riciclate a cui non daresti una lira, però era troppo invitante, e infatti credo sia stata una delle migliori insalate di pasta mai mangiate, ovviamente tra quelle leggere, perchè se poi si va su peperoni e simili allora diventa tutto un altro discorso.
Leggera appunto, e freschissima. Ottima per il pic nic del primo maggio.
E poi da quando la mia nonnina santa ha ripiantato per me dopo le gelate di quest' inverno rosmarino, basilico, salvia, prezzemolo, erba cipollina e menta mi diverto un sacco con le erbette.

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Insalata di penne di farro al profumo di menta e limone

x 6 persone
400 gr di penne di farro
Succo e buccia grattugiata di un limone
4 cucchiai d’olio extra vergine d’oliva
Una punta di coltello di crema di peperoncino sott’olio (oppure peperoncino fresco tritato, a piacere)
6-8 foglie di menta spezzettate
1 cucchiaio di capperi, tritati
1 spicchio d’aglio schiacciato
300 g ventresca tonno sott’olio (con il suo olio),


Emulsionate il succo di limone e l'olio. Aggiungete tutti gli altri ingredienti cercando di non rompere eccessivamente il tonno.
Cuocete la pasta al dente, scolatela e fatela raffreddare con un getto veloce di acqua fredda. Scolatela nuovamente, asciugatela, versatela nella insalatiera e mescolatela bene con gli altri ingredienti.
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domenica 11 aprile 2010

Grissini torinesi stirati delle Simili


Sentendomi un po' indietro rispetto alla nutrita schiera delle foodbloggers da tempo ormai tutte impegnate nella riproduzione delle ricette perfettissime delle mitiche sorelle Simili, ho deciso che era ora di adeguarsi, e mi sono comprata Pane e roba dolce.
Mi sono accorta così che questo libro, nonostante le scelte estetiche discutibili e che non rendono per niente giustizia alla qualità del contenuto, è un piccolo gioiello.
Infatti non è affatto facile secondo me trovare in giro ricette di lievitati così sicure e perfette, spiegate così bene, così affidabili insomma. Mentre qui sembra che ci sia proprio tutto, tutti i più famosi lievitati tipici di ogni zona d'italia, salati e dolci, le spiegazioni dettagliate per realizzare i più complessi formati di pane ecc, anche con il lievito madre.
Ma facciamo un passo indietro. In questi giorni, parlando di questo libro con la gente, mi sono accorta che ancora in molti non le conoscono. Per cui mi sembrano d'obbligo due righe di introduzione.


Margherita e Valeria Simili, gemelle bolognesi, dopo anni di lavoro come fornaie nel negozio di famiglia in via San Felice a Bologna, hanno gestito dal 1986 al 2001 un' eccezionale scuola di cucina. Ormai famose in tutto il mondo, hanno poi tenuto corsi in tutta Europa e persino in America e Giappone.
Oltre a Pane e roba dolce, altri due libri importanti, Sfida al mattarello del 2005 e La buona cucina di casa, presentato allo scorso festival della letteratura di Mantova. Se volete vederle all'opera, youtube come sempre ci da una mano, guardatevele per esempio qui mentre insegnano a preparare la pasta fresca :)

Venendo alla ricetta, sono partita (o meglio siamo partiti, visto che è stata una di quelle fondamentali decisioni di coppia che a volte si è costretti a dover prendere :) dai grissini. Perchè avevamo una cena un po' baracca quella sera, a cui volevamo contribuire con qualcosa di diverso dal solito, leggero e che si potesse spiluccare anche da in piedi. Sono venuti assolutamente perfetti, e in più non ho mai visto un uomo divertirsi così tanto con una manciata di farina e un po' d'acqua :)
Si tratta di grisini tipici, tirati rigorosamente a mano e lunghi quanto le dimensioni del forno, le Simili ci raccontano infatti che i fornai, non avendo problemi di spazio in forno, li facevano lunghi quanto l'apertura delle loro braccia! Questo procedimento fa si che si ottengano dei grissini molto irregolari, con parti sottili croccantissime e altre più spesse e quindi leggermente più morbide. 
Inoltre, qui mi ha incuriosita anche l'uso del malto d'orzo al posto dello zucchero per spingere la lievitazione, tanto che poi l'ho applicato anche nella mia solita pizza ed è venuta forse meglio del solito...voi avete esperienza in questo campo? Dite dite!

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Grissini torinesi stirati delle Sorelle Simili

farina 00 500g
acqua 250-280 ml
lievito di birra 15g (io ho usato una bustina di Mastro Fornaio)
sale 8g (un cucchiaino colmo)
olio d'oliva 50g
malto d'orzo un cucchiaino raso
farina di semola di grano duro (o di mais per polenta)
altro olio per pennellare
(semi di sesamo o papavero da aggiungere all'impasto)

Fare la fontana, amalgamare al centro tutti gli ingredienti e impastare battendo per 8-10 minuti. L'impasto deve essere non troppo morbido. Fare un filone e stenderlo in un rettangolo di circa 30 x 10 cm, mantenendo la forma il più regolare possibile, appoggiarlo su uno strato di farina di semola di grano duro, pennellare abbondantemente con olio d'oliva la superficie e anche i lati e cospargere il tutto con altra semola. Coprire a campana e far lievitare 50 - 60 minuti. Con un coltello a lama alta o con una grande spatola tagliare dal lato corto dei bastoncini larghi circa un dito. Senza smuovere troppo la pasta afferrarli al centro con le dita e assottigliarli tirandoli delicatamente e spostando le dita verso l'esterno man mano che la pasta di assottiglia. [a questo punto, secondo il mio fornaio provetto personale, è necessario afferrare le punte terminali del grissino e tirare facendo roteare, tranquilli, non si rompe].
Disporli sulla teglia poco distanziati. Se il grissino risulta troppo lungo per la teglia, andrà tagliato della misura giusta e il pezzettino rimasto andrà cotto così com'è poichè non è possibile reimpastarlo. Mettere subito in forno a 00° per 18-20 minuti. Nel normale forno di casa occorreranno 4-5 infornate.
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Aggiornamento: Come spesso accade, c'è stata una piacevolissima coincidenza di post con Alessia, di Muffins, cookies e altri pasticci, proprio nel senso che abbiamo pubblicato non solo lo stesso cibo, ma addirittura con la stessa ricetta! Però però... lei essendo un po' più bravina di me in certe cose, e anche più paziente e precisa, li ha fatti con il lievito madre. Per cui una linkata mi sembra doverosa, se volete provarli con il LM, non dovete far altro che cliccare QUI!

il bellissimo ritratto delle Simili è tratto da http://www.meaculpa.it

venerdì 9 aprile 2010

...ai 7 cereali


Questo più che un post è una marchetta gratuita, nel senso ho trovato assolutamente fantastica una certa farina e l'ho utilizzata basandomi sulle ricette riportate proprio sulla confezione stessa. Probabilmente con farine simili di altre marche si possono ottenere risultati  affini, ma io ho provato questa e la prenderei tutti i giorni, se non fosse che, come tutte le farine "strane" costa un pochetto.

Focaccia rustica ai 7 cereali

Mix di farina per pane nero ai 7 cereali 500g
lievito di birra secco 1 bustina
olio e.v.o. 4 cucchiai
acqua tiepida 280 ml
sale grosso
rosmarino

In una ciotola o ner robot versare la farina, il lievito, l'olio, un pizzico di sale e un cucchiaino di zucchero. Versare poi l'acqua tiepida mescolando con una forchetta.
Se si usa il robot impastare per pochi minuti usando l'accessorio a spirale o a gancio, in alternativa utilizzare la pala di plastica azionando a intermittenza e con la presa d'aria aperta.  L'impasto dovrà risultare elastico, liscio ed omogeneo ma senza surriscaldarsi.
Se si impasta a mano lavorarlo su un piano infarinato per almeno 10 minuti, ripiegandolo anche su se stesso molte volte.
Coprire con un panno umido e far lievitare per 1h in luogo tiepido. (Io l'ho messa nel forno portato a 50° e poi spento)
Dividere l'impasto in due parti, stenderlo con le mani molto unte su 2 teglie da pizza oliate, coprire col panno e far lievitare in luogo tiepido per altre 2 ore.
Spargervi sopra sale grosso e rosmarino, un filo d'olio e infornare a 220° per 15 minuti circa.
Far raffreddare su una griglia e farcire.


Ah, non l'ho fotografato perchè non ho fatto in tempo, ma ci ho fatto anche il pane:) Il procedimento è molto simile a quello della focaccia, cambia solo la quantità di olio e naturalmente, vista la diversa forma, la cottura. Mi dicono che sia perfetta anche per la MdP, per cui proverò al più presto.

Pane nero ai 7 cereali

Mix di farina per pane nero ai 7 cereali 500g
lievito di birra secco 1 bustina
olio e.v.o. 2 cucchiai
acqua tiepida 280 ml

In una ciotola o ner robot versare la farina, il lievito, l'olio, un pizzico di sale e un cucchiaino di zucchero. Versare poi l'acqua tiepida mescolando con una forchetta.
Se si usa il robot impastare per pochi minuti usando l'accessorio a spirale o a gancio, in alternativa utilizzare la pala di plastica azionando a intermittenza e con la presa d'aria aperta.  L'impasto dovrà risultare elastico, liscio ed omogeneo ma senza surriscaldarsi.
Se si impasta a mano lavorarlo su un piano infarinato per almeno 10 minuti, ripiegandolo anche su se stesso molte volte.
Coprire con un panno umido e far lievitare per 15 minuti in luogo tiepido.
Su un piano infarinato allungare delicatamente l'impasto dandogli una forma cilindrica, tagliarlo con un coltello in 2 o 3 parti uguali e adagiarle dentro 2-3 stampi da pane lunghi tipo plum cake, ben oliati. Per la dimensione degli stampi, regolarsi in modo che vengano riempiti di impasto per non più della metà della loro capienza.
Coprire con un panno e far lievitare, dovranno triplicare di volume e ci vorranno almeno 3 ore.
Infornare in forno rigorosamente già caldo, sul ripiano inferiore, per 25 minuti circa. Spegnere, sfornare i panini, toglierli dagli stampi e infornare ancora per 10 minuti. Farli raffreddare prima di tagliarli.

lunedì 8 marzo 2010

Pizza girellata


Non mi sono stancata di fare la pizza, no di quella non mi stancherò mai, mi metterei a impastarla anche se non dormissi da due giorni. Però stavolta ho voluto provare a cambiargli forma. Scartate per banalità e ovvietà le pizzettine stile party e calzoni e calzoncini perché fanno rimanere sempre il ripieno mezzo crudo e umidoso mi è venuta l’idea delle girelle. Semplicissima pasta per pizza (questa volta ho provato quella di Allan Bay in Cuochi si diventa) tagliata a strisce e farcita con mozzarella dura, pomodoro e basilico.
Quando sono uscite dal forno le avrei baciate, erano troppo belline. E poi a volte è davvero un piacere lavorare con ingredienti e abbinamenti così normali, banali forse, ma così nostri, così sentiti.
Il numero delle girelle che verranno fuori dipenderà ovviamente dalla dimensione delle strisce che taglierete, comunque più o meno saranno una decina.

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Girelle alla pizza

pasta per pizza:
farina 0 500g
lievito di birra 25g
zucchero 1 cucchiaino
acqua tiepida 300 ml
sale 1 cucchiaino
olio 2 cucchiai

ripieno e guarnizione:
passata di pomodoro 400 ml circa
mozzarella dura
sale
guarnizione
origano
semi di sesamo

Stemperare il lievito in metà acqua tiepida, unire lo zucchero e lasciar riposare per 10 min. Disporre la farina sul piano di lavoro, cospargere con il sale, fare un incavo al centro e versare il lievito, l’acqua rimasta e l’olio. Impastare energicamente fino a ottenere una pasta morbida, liscia ed elastica ma non appiccicosa. Unire, se necessario, un po’ di farina. Raccoglierla a palla in una ciotola infarinata, praticare in superficie un taglio a croce, coprirla con un telo e lasciarla lievitare in luogo tiepido e lontano da correnti d’aria per circa 1h e 30’.
In un pentolino far bollire la passata per un quarto d’ora a fuoco bassissimo per renderla un po’ più densa. Salarla, peparla e macinarvi se piace un pizzico di peperoncino.
Preriscaldare il forno a 200°.
Riprendere in mano la pasta e lavorarla ancora per qualche minuto sul piano infarinato.
Stendere poi la pasta in un grande rettangolo con lo spessore di circa 1\2 cm e tagliarlo a strisce lunghe come il lato corto e larghe circa 3 cm. Spalmare ogni striscia con la salsa di pomodoro, spargervi sopra una manciatina di mozzarella, spolverare con l’origano e arrotolare. Di pomodoro ne basta poco, anche perché tutto quello in eccesso durante la cottura colerebbe fuori. Posizionare le girelle ben distanziate l’una dall’altra sulla placca del forno, spennellarle con un goccio di acqua emulsionata a un cucchiaio d’olio e cospargerle di semini di sesamo. Infornare e cuocere 15-20 minuti, vanno tolte non appena iniziano a dorarsi.
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domenica 11 ottobre 2009

Torta salata di carote e panna al coriandolo (e dieci cose di me)

Non so da voi, ma da queste parti l'estate non ne vuole saperne di arrendersi del tutto, una bella camminata in maniche corte e birkenstock in un periodo in cui il più delle volte ho già acceso il termo è davvero un bel dono. Una gita all'aperto e un pic nic sono ancora cose fattibilssime, cose per cui questa torta salata potrebbe tornare molto utile. L'ho presa da Garden Party, un libro capace di rendere ogni ricetta, anche se semplice come questa, primaverile, elegante e quasi poetica. Semplice ma con due ingredienti speciali, coriandolo e tabasco.
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Torta salata di carote e panna al coriandolo (da Garden Party di N. Le Foll e C. de Turckheim, riveduta e corretta)

carote 1,5 kg
cipolle 2
uova 8
panna liquida 300g

alcuni rametti di coriandolo fresco

noce moscata
olio d'oliva, sale e pepe
(semi di sesamo)
salsa di pomodoro 1 bicchiere
tabasco qualche goccia

Sbucciare le carote e le cipolle. Cuocere le carote al vapore per 30 minuti circa, nel frattempo rosolare le cipolle in padella con 2 cucchiai d'olio. Accendere il forno a 150°. In un insalatiera, sbattere le uova con la panna, il sale e il pepe, unire un pizzico di noce moscata appena grattugiata e una cucchiaiata abbondante di coriandolo fresco tritato finemente. Quando le carote saranno cotte, frullarle con le cipolle fino a ottenere una purea omogenea. Incorporare la purea alla preparazione a base di uova, versare in un largo stampo imburrato e impanato e cuocere per 45 minuti. Sfornare, lasciar raffreddare completamente. Servire con salsa di pomodoro condita con due gocce di tabasco.

- io non ho frullato tutte le carote, una parte l'ho tenuta a pezzettoni
- io ho guarnito con semi di sesamo perchè chi me la mangiava non compatisce cibi in cui non vi sia nulla di croccante, è vabè, comunque ci stavano.

-la ricetta originale prevedeva la cottura a bagno maria in forno, io ho cotto normalmente (per sapere il perchè vi basterà proseguire nella lettura) e la sottile crosticina che ci è venuta intorno non era niente male.

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Visto che oggi c'è tempo e calma, ne approfitto anche per ritirare da Marina l'Honest Scrap Award, un giochetto carino che ti chiede di raccontare 10 cose di te che gli altri non sanno. A dir la verità io di strane e pure imbarazzanti ne avrei anche, però non sono certa che possano interessare a qualcuno, quindi risponderò un po' a modo mio, attenendomi alla ragione per cui siamo e siete qui, il cibo e la cucina. Per cui eccovi il mio
Cook&eat honest scrap, ovvero tutto quello che chi ha velleità da foodblogger non dovrebbe mai dire.

1. non so friggere e sono molto imbranata nel bagno maria in forno. Questi due metodi di cottura proprio non mi entrano in testa. Alla frittura decente ci ho rinunciato, al massimo friggitrice quando è a disposizione se no ciccia, ma al bagno maria in forno no, non mi voglio arrendere, riuscirò prima o poi a far si che l'acqua di sotto bollendo non mi allaghi la creme caramel e che però al contempo succeda al dolce un cambiamento di stato fisico degno di essere denominato cottura, ce la farò.

2. non conosco e non sono in grado di abbinare i vini. Io il sapore di ananas in un vino non ce lo riesco a sentire. Però almeno io lo ammetto. Compatisco con molta molta fatica quelli che ti rovinano tutte le cene perchè devono star li a giudicare e nasare, soprattutto quando ne sanno meno di me. Per ciò finchè non hai una giacca blu con una spillina d'argento a forma di scodellino per assaggiare e quantomeno un diploma nel taschino io su questo non ti ascolto. oh.

3.
pollice verde: ZERO. ho fatto morire un cactus annegato. per cui ogni volta che vi racconto delle mie erbette, che ho fatto lo sciroppo o cose del genere beh, tenete conto che in realtà io le ho solo raccolte, perchè dietro di me c'è una nonnina che bada a tutto questo.

4.
non riesco, è più forte di me, a non fare nemmeno una variazioncina a qualsiasi ricetta io decida di provare, neppure quelle blasonate, niente. Ma questo credo sia un vizio comune...

5. adoro apparecchiare creativamente con piatti spaiati ma intonati (che oltretutto accumulo maniacalmente) e bicchieri dalle altezze e dimensioni diverse. Purtroppo tutto questo piace a ben pochi...e che pesanti!

6.
lascio la cucina come un campo di battaglia, e finchè è casa mia va bene (più o meno), ma quando cucino dagli altri o do una mano al ristorante devo stare super iper mega attenta a non lasciarmi dietro ad ogni passo scie di coltelli unti, grattuge sporche, gocce di marmellata, gusci d'uova sgocciolanti e ciotoline che in teoria dovrebbero essere lavate ma emanano ancora un certo odorino sulfureo.

7. sono dipendente dalle caramelle di menta, per ciò è alla fine risulta completamente vano ogni mio tentativo di inventare ricette a ridotto contenuto di grassi e zuccheri, tanto poi mi mangio due stick di golia bianca al giorno.

8. Ora quello che provavo a 14 anni per Leonardo di Caprio e i take that (idolatria, notevole spazio occupato nella mia attività onirica, ritaglio di giornali che ne parlano ecc.) l'ho trasferito su...dei cuochi. Però Jamie Oliver e Oldani ci potrebbero pure fare una discreta figura su un posterino in camera dai!

9.
sono troppo impaziente di vedere i risultati di quello che ho cucinato, tento sempre di sformare le torte anche se non sono raffreddate, le farcisco da calde che poi mi cola fuori la crema e devo buttare via tutto. cuoca impaziente non va da nessuna parte.

10.
ammiro gli originali. odio gli innovatori a tutti i costi.
a tutti i livelli. odio i prezzi folli per mangiare. e forse il mio rifiuto mi fa perdere qualcosa o rimanere indietro, ma non mi interessa, io vado avanti così.

Non so a chi passare questo giochino perchè so che molte hanno già risposto, quindi facciamo che se siete arrivati a questo punto della lettura e avete voglia di raccontare qualcosa di voi l'honest scrap è tutto vostro, magari lasciatemi un commento col link così potrò venire a curiosare!

lunedì 5 ottobre 2009

News on Meringhe e una focaccia bella


Si si sono sempre io, ma da oggi con un piccolo grande cambio di rotta. Meringhe, mia protuberanza telematica e indispensabile protesi immateriale non poteva restare invariato in un periodo di così grandi cambiamenti. Ma soprattutto il tema limitato dei dolci iniziava a starmi stretto. Perchè nel frattempo ho visto posti, ho conosciuto persone e ho avuto sempre più occasioni per cucinare pranzi e cene completi, e ho visto che mi piace. E poi salta sempre più fuori la mia tendenza da donnina di casa e in qualche modo la devo sfogare no? Per questo da oggi mi affaccerò timidamente al mondo del "tutto il resto" un po' più spesso. Da un diario di dolci a un diario illustrato di cucina. Sottotitolo forse un po' esagerato e pomposo, forse no, ma che vuole solo dire che mi occuperò di un po' di tutto, scattando tante foto e tenendo però sempre un occhio di riguardo verso la pasticceria perchè senza proprio no, non ce la posso fà!
Partiamo subito allora.

In genere quando in un libro di ricette trovo qualche errore o lacuna mi irrito talmente tanto che lo caccio in un angolo e lo evito come la peste per tutto il resto della vita. (pur continuando però a chiedermi com'è possibile che vengano pubblicati strafalcioni del genere....).
Fanno eccezione tra questi i 4 tomi del "Cucchiaio d'argento", nonostante gli errori mi capita spesso di riprenderli in mano, più che altro perchè contengono un certo numero di idee in ordine alfabetico e analitico su ciascun frutto o ortaggio, su ogni taglio di carne insomma su ogni tipologia di ingrediente, che se hai proprio quellolì da smaltire e sei a corto di idee delle volte serve. (continuo però a chiedermi com'è possibile che vengano pubblicati strafalcioni del genere...., e che facciano pure così tanto successo).

Insomma questa, tagliando, cambiando, approfondendo e correggendo e riadattando l'ho presa da lì. Perchè era bella e mi ingolosiva ed era perfetta per una cenetta a due sul divano davanti a un dvd. E anche per gli ultimi pic-nic d'autunno.
Sembra un po' lunghetta, eh? Ma, consiglio, lessate le verdure per il ripieno il giorno prima. In questo modo, dividendo in due il lavoro, ci vorrà un attimo.

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Focaccia bicolore al grano saraceno
(tratta dal volume Secondi Piatti de Il Cucchiai d'argento, ed. Domus, c2005)

farina bianca 350g
farina di grano saraceno 150g
lievito istantaneo per torte salate 1 bustina
acqua 200\250 ml
polpa di zucca 200g
ricotta 200g
spinaci lessati 200g
parmigiano reggiano grattugiato 50g
noce moscata, olio, sale e pepe

Setacciare le due farine insieme al lievito, aggiungere mezzo cucchiaino di sale, un cucchiaio d'olio, un pizzico di zucchero e poi tanta acqua quanto basta per ottenere un impasto liscio e sodo(200-250 ml). Riporlo in frigorifero. Lessare la zucca finchè non sarà morbida, scolarla velocemente lasciandola bella bagnata poi ridurla in purea con una forchetta, salare, pepare e aromatizzare con una grattatina di noce moscata. Tritare gli spinaci e mescolarli alla ricotta e al parmigiano, salare. Togliere dal frigo l'impasto e dividerlo in due parti, una leggermente più grande dell'altra. Stendere la più grande e appoggiarla sul fondo di uno stampo da 24-26 cm ricoperto di carta da forno in modo che ai bordi ci sia un bell'avanzo (3-4 cm.). Su questo strato stendere con una spatola la purea di zucca e, sopra, il composto di spinaci e ricotta, con delicatezza, cercando di non mescolarli in nessun punto.* Stendere il secondo disco di pasta della misura esatta dello stampo e appoggiarlo sopra.* Unire tutto il suo contorno ai lembi sporgenti dello stato inferiore sigillando bene con una forchetta o pizzicando con le dita. Condire la superficie con un filo d'olio extravergine e qualche granello di sale grosso e forarla in più punti con i rebbi di una forchetta. Porre in forno caldo a 200° e cuocere per circa 40 minuti.

*mentre stendete l'impasto, anche se sarà un po' appiccicoso, cercate di utilizzare meno farina possibile in aiuto, potrebbe risultare troppo asciutto.
*è necessario che gli strati di ripieno rimangano lievemente umidi, quindi scolare e strizzare la verdura in modo non perfetto, ed eventualmente aggiungere un filo di olio. Comunque se una volta sfornata risulterà ancora troppo asciutta una bella spennellata di olio extravergine sulla superficie non farà male, anche perchè ne abbiamo usato solo un cucchiaio in tutto il procedimento, anzi io quando la faccio ce lo metto comunque, ovviamente quando è ancora calda e...che profumino!
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p.s. e che ne dite dell'header??? Fino a 2 giorni fa doveva essere tutta un'altra cosa poi per colpa della sovrabbondanza di melograni mi è venuta questa idea...a cui è seguita quella di, se ci sarà il tempo e il modo, variare l'immagine di sfondo a seconda delle stagioni e dei prodotti di quel periodo. Va??