lunedì 28 settembre 2009

Piante, animali e frutti dimenticati

E' stata una tale gioia per gli occhi e il palato che non posso proprio non condividerla.
Sono stata a Piante e Animali Perduti, una fiera-mostra-mercato che si tiene da 11 anni a Guastalla, una cittadina sul Po che si trova più o meno a metà tra Reggio Emilia, Parma e Mantova. Banchetti enogastronomici d'eccellenza, originalissimi florovivaisti e galline dai ciuffi improponibili ormai in via di estinzione. (di queste però non vi racconterò, soffro di una assurda esagerata fobia per i pennuti che non si è placata nemmeno frapponendo tra me e loro una gabbia e una macchina fotografica).
C'erano banchetti con tutte le spezie, i fiori secchi e i semi immaginabili (compresi i boccioli di rosa secchi e il raz el hanout, classiche cose che sottopongono normalmente i foodblogger a traversate, se va bene, di tutta la regione). Poi un'esposizione tutta dedicata a salvia e menta, menta bergamotto, fruttata, spicata, menta-mela verde...e la salvia ananas che puntavo già da un po' per le macedonie.
C'era una coppia di francesi che gira l'Europa con la loro esposizione di cuiriosità vegetali da arredmento, gusci, frutti essicati, agrumi disidratati e incisi per profumare gli ambienti.
E poi...c'erano i frutti dimenticati. E io ero lì soprattutto per loro. Quello che segue è quello che ho imparato da questo pomeriggio da favola, sistemato e corretto con le informazioni che mi mancavano prendendole da qualche sito ben fatto, come questo in cui per ogni frutto potrete trovare anche alcune ricettine.
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Piccolo dizionarietto ad uso domestico dei frutti dimenticati


i corbezzoli
Sono frutti di colore rosso vistoso, sferici, del diametro di 2 cm circa, che maturano nel tardo autunno, quando sbocciano i nuovi fiori. La loro polpa è gialla, dolce ma lievemente acida mentre la buccia è spessa con piccole sporgenze, che le danno un aspetto spinoso. Contengono vitamine, acidi, zuccheri, pectina, sostanze coloranti.
Si consumano al naturale, conditi con zucchero e limone, oppure in conserve, gelatine, sciroppi, canditi, bevande fermentate, in particolari insalate e nelle composte di frutta. Se ne ottiene anche una marmellata. Possono anche essere conservati sotto spirito come si fa per le ciliegie. Per tradizione i frutti si conservano all'ombra, in sacchetti di carta o di tela, in luoghi asciutti e ventilati.

le corniole
Sono frutti rossi, ovali e grandi come olive, lunghi circa 2 cm. Maturano a fine estate e vengono per lo più consumati freschi, quando cadono spontaneamente. Per essere considerati maturi dovranno avere un colore violaceo e lucente; la struttura più morbida e il frutto succoso. Il momento migliore coincide con i giorni di fine agosto e d'inizio settembre.
Possono essere destinate a marmellate, sciroppi, bevande come il "vino" omonimo, si conservano sotto spirito oppure sciroppate nello zucchero. In alcuni paesi europei dalle corniole si ricava una salsa per bolliti e cacciagione. Si mettono anche sotto sale (come si fa per le olive) quando non sono ancora completamente mature con aromi come il finocchio selvatico e la scorza di limone.

le mele e le pere cotogne
Questi sono forse i frutti meno "dimenticati", almeno dalle mie parti, che le nonne ancora coltivano e usano. I frutti delle cotogne sono di 2 categorie, la prima a forma più rotonda denominata mela cotogna, la seconda a forma più allungata denominata pera cotogna. Tra gli usi principali: confetture, marmellate e gelatina, grazie alla loro ricchezza naurale di pectina; conserve, mostarda, ratafià, cotognata, salsine per accompagnare carni bollite e cacciagione. Infine le cotogne si possono gustare anche al forno, con gli stessi metodi utilizzati per le normali mele e pere.

le giuggiole
I frutti, autunnali, sono simili alle olive, di colore giallastro-arancione ma con una polpa biancastra, tenera, dolce, acidulina, farinosa. Visivamente ricordano i un po' datteri per la loro scorza lucida e contengono un seme duro munito di punta pungente. Le giuggiole si consumano al naturale appena appassite, ma vengono anche essiccate e candite, destinate a marmellate, sciroppi, gelatine, liquori, o conservate in alcool o aceto.

le nespole
Antenati "difficili" delle grosse e succose nespole estive che troviamo oggi in commercio, sono tondeggianti, carnose, di colore arancione-ruggine, con una specie di fiorellino secco scuro (che dovrebbe essere un residuo floreale) nella parte più alta. Non sono commestibili al momento della raccolta autunnale, perché dure e astringenti; sono infatti proverbialmente gli ultimi frutti a maturare, proprio con l'arrivo dei primi freddi.
Il consumo tradizionale delle nespole è quello naturale, selezionandole man mano che maturano, per mescolarle alla macedonia. Si usa anche bollirle nel vino nuovo piuttosto dolce, oppure macerarle in un vino rosso alcolico e corposo. Se ne ricava anche una marmellata. Infine, la purea di nespole può essere destinata ad una pasta dolce ripiena, tipo raviolone cotto al forno; alla fine spolverizzato con zucchero vanigliato e cannella in polvere.
I noccioli sono utili per ottenere l'omonimo vino medicinale.

i mirabolani
Senza dubbio i frutti dal nome più insolito, non ne conoscevo l'esistenza fino al tardo pomeriggio di sabato quando mi si sono presentati davanti sotto forma di scura marmellata. Poi ho trovato anche il frutto, verde-violaceo e globoso, con una specie di incisione su un lato. Frutto di sapore dolce, leggermente acidulo attorno al nocciolo appiattito. L'ultilizzo classico è appunto quello della composta, si possono preparare poi anche succhi e sciroppi.

le azzeruole
Sono frutti rossi e tondi dal sapore simile a quello delle mele, rinfrescante e dissetante. Passata la stagione della produttività dei frutti, per continuare a consumare il prodotto della pianta durante l'anno, l'azzeruolo può essere utilizzato per confetture e gelatine, nonché per la preparazione di insalate e macedonie di frutta. Le bacche sono utilizzate anche in pasticceria per la decorazione di torte e normalmente si conservano sotto spirito o grappa.

l'uva spina
Questa forse ci è un po' più nota, se non altro per le note caramelle che piacciono tanto al cavallo goloso e per la marmellata che ne fa l'Ikea food, ma come mi conferma un ex bambino di montagna con cui passo gran parte del mio tempo, fino a non molti anni fa era molto più presente nelle nostre colline. E' una varietà di ribes e cresce su un arbusto alto fino a 2 metri, i cui rami sono ricpoerti da spine robuste lunghe fino a un centimetro (da qui il nome di uva "spina"). Il frutto è una bacca sferica più grossa di quella degli altri ribes, (il diametro varia da 10 a 25 mm), di colore pallido: giallastro, rosato o violetto a seconda della varietà. La buccia è trasparente e lascia intravedere i semi e la polpa. In genere i frutti sono singoli o in numero di due, dolciastri e profumati.

informazioni tratte da fruttidimenticati.org

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Questi sono quelli che ho trovato in giro per la fiera...e voi? ne conoscete altri??

5 commenti:

  1. Bella e interessante questa fiera...ma lo sai che parecchie di questi prodotti non li ho mai visti!Tipo le azzeruole o i mirabolani o le pere cotogne, io credevo che esistessero solo le mele!Belle foto e grazie per questo post!!!!
    Ciao un abbraccio

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  2. Una sola parola: WOW!! Che bel blog, piacere di conoscerti:)

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  3. Quanto mi piacciono le fiere di questo genere! Dove puoi reperire molti prodotti in un colpo solo... quelle roselline secche sono state il mio tarlo per luuuuungo tempo!

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  4. @sweetcook: piacere mio, contenta che il blog ti piaccia, anche perchè fin dagli inizi sei stata tra le mie "muse ispiratrici"!

    @fiordilatte: io in posti del genere non sento nemmeno la stanchezza e camminerei all'infinito. Sarei curiosa di sapere che ci hai fatto con le roselline, quando ho un po' di tempo vengo a scuuriosare nelle tue pagine

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  5. sara questo post è veramente molto interessante.
    circa un anno fa avevo recensito un libro che si chiama "Melibro", che credo ti piacerebbe molto... solo che ora è fuori stampa!
    credo che il nostro apporto di foodbloggers per preservare la biodiversità alimentare sia fondamentale... e poi è olto romantico dedicare interesse ai "frutti perduti"!!!

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