Ma voi lo sapevate che pure noi emiliani nella nostra tradizione abbiamo una sorta di nostro pain d'épices?? Più precisamente, originario di Bologna. Bologna "la dotta", Bologna "la grassa", dice la tradizione, ma la sua cucina, soprattutto se si scava un po' nel passato, ritrova le stesse radici semplici e rustiche, genuine di molte altre zone europee, e questo pane dolce ne è una bella prova.
Questo dolce, tipico del periodo natalizio, deve il suo nome ad un papa, Benedetto XV, il quale, ghiotto di questa prelibatezza, se la faceva preparare e spedire dai fraticelli della certosa bologonese. Secondo un'altra teoria invece, è da preferire la denominazione "pan speziale", derivata dal fatto che erano gli speziali, cioè i farmacisti, a preparare questo dolce sotto le feste, ma questa boh mi convince un po' meno.
Comunque. Per chi non ama la consistenza spugnosa e piena del Pain d'épices allora è meglio lasciar perdere, anche se comunque questo è molto più dolce e meno particolare come sapore, per tutti gli altri, beh, provate, ci vuole un attimo!
Teoricamente, è uno di quei dolci da preparare in anticipo, tanto che, si dice, con il passare dei giorni il sapore e la consistenza migliorano. Avvolto in carta di alluminio dovrebbe consevarsi persino per alcuni mesi. Ovviamente non mi è dato sapere se tutto ciò è vero, a casa mia, e vabè che siamo in 7, ma è finito il giorno stesso :)
Questa è la versione semplificata-istantanea, ma credo che esista anche un'altra ricetta, molto più complessa, con una lunga lievitazione e l'aggiunta di purea di frutta, cacao amaro, altre spezie, canditi e chi più ne ha più ne metta. Per i miei gusti qui dentro c'è già abbastanza roba!
************************************* Questo dolce, tipico del periodo natalizio, deve il suo nome ad un papa, Benedetto XV, il quale, ghiotto di questa prelibatezza, se la faceva preparare e spedire dai fraticelli della certosa bologonese. Secondo un'altra teoria invece, è da preferire la denominazione "pan speziale", derivata dal fatto che erano gli speziali, cioè i farmacisti, a preparare questo dolce sotto le feste, ma questa boh mi convince un po' meno.
Comunque. Per chi non ama la consistenza spugnosa e piena del Pain d'épices allora è meglio lasciar perdere, anche se comunque questo è molto più dolce e meno particolare come sapore, per tutti gli altri, beh, provate, ci vuole un attimo!
Teoricamente, è uno di quei dolci da preparare in anticipo, tanto che, si dice, con il passare dei giorni il sapore e la consistenza migliorano. Avvolto in carta di alluminio dovrebbe consevarsi persino per alcuni mesi. Ovviamente non mi è dato sapere se tutto ciò è vero, a casa mia, e vabè che siamo in 7, ma è finito il giorno stesso :)
Questa è la versione semplificata-istantanea, ma credo che esista anche un'altra ricetta, molto più complessa, con una lunga lievitazione e l'aggiunta di purea di frutta, cacao amaro, altre spezie, canditi e chi più ne ha più ne metta. Per i miei gusti qui dentro c'è già abbastanza roba!
farina bianca 00 250 g
miele 150 g
zucchero semolato 125 g
uva passa 100 g
mandorle sgusciate 100 g
pinoli 100 g
scorza grattugiata di 1 arancia
cioccolato in grosse scaglie 70 g
un cucchiaino di bicarbonato di sodio
una cucchiaiata di semi di finocchio pestati
1 cucchiaino di cannella in polvere
poco burro
Scottare le mandorle in acqua bollente e poi pelarle. Mettere in un recipiente il miele, lo zucchero, il bicarbonato ed i semi di finocchio. Versare si questi ingredienti due decilitri di acqua bollente, mescolare, poi fare cadere lentamente nell’impasto la farina setacciata insieme alla cannella e lavorare bene il composto. Aggiungere quindi l’uvetta, le mandorle, la scorza d'arancia, i pinoli e il cioccolato. Imburrare uno stampo per ciambella, mettervi il composto, decorarlo, volendo, con qualche frutto candito e porlo in forno già caldo a 180° lasciandovelo fino a perfetta cottura, per circa 35-40 minuti.
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Mi piace questa ricetta, poi il fatto che si conservi così a lungo mi fa pensare che possa essere un buon regalo da preparare per le amiche!
RispondiEliminaNoi vorremmo sempre provarlo! ci piace tnatissomo con la frutta secca ed il sapore dolciastro!! una fettina ne hai ancora??
RispondiEliminabacioni
bella ricetta davvero :P
RispondiEliminae poi mi incuriosisce come possa conservarsi così a lungo... a rischio di nevicate il dolce è comunque assicurato in tavola! eheh
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è molto interessante, senza burro e senza uova, sarà per questo che si conserva così a lungo.
RispondiEliminaMa, dimmi una cosa, non è che abiti dalle mie parti? Io sono a Modena (città).
Noi lo conosciamo bene, vivendo a Bologna e ti dirò, io Sabrina, lo adoro. Una mia amica lo prepara in modo meraviglioso ed ogni anno mi regala qualche certosino. Per una volta vorrei provare a farlo con le mie mani, non pare difficilissimo, mi piacerebbe fare questa sorpresa a Luca che di sicuro non se l'aspetta.
RispondiEliminaUn abbraccio da Sabrina
Sabrina&Luca
probabilmente il fatto della conservazione così lunga dipende dall'assenza di grassi e uova credo, anche se quando si parla di mesi faccio davvero fatica a crederci ...mmm...
RispondiElimina@dajana io sono di Reggio provincia, a metà tra Reggio e Parma praticamente, però Modena anche MOdena ha uno spazietto nelmioccuore perchè ci ho fatto l'università, proprio in centro in via S. Eufemia. E' bella, soprattutto in questo periodo. ciao!
@Sabrina, infatti questa è una versione semplificata che ho trovato su un libricino di quelli in regalo alla coop, come primo tentativo non è stato niente male ma sono certa che la tua amica avrà certe piccole accortezze che io non conosco per farlo venire davvero buono. Se provi fammi sapere! Ciao!
Non posso non intervenire in questa discussione... in famiglia da anni facciamo il Certosino con un'antica ricetta. Dentro c'e' un po' di tutto, ma nessuna spezia, anche se mi dicono che esistono drogherie bolognesi (le poche rimaste) che vendono le spezie da certosino. Piu' probabilmente, come spesso avviene, ogni famiglia aveva la sua ricetta tradizionale.
RispondiEliminaIn genere si preparano ad inizio dicembre per assaggiarli a Natale, comunque si conservano senza problemi fino a febbraio (se ci arrivano).
La mia ricetta la trovate qui:
http://www.ferrero.org/2009/12/certosini-tradizionali-bolognesi.html
come dicevo nel post, sapevo dell'esistenza di un'altra versione, più complessa e arricchita da frutta candita e mostarda, ma non avevo la ricetta. Per cui...grazie!! Questo dolce mi incuoriosisce molto in tutte le sue varianti quindi credo che la tua ricetta sarà perfetta da archiviare per l'anno prossimo :)
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