Nella mia toccata e fuga veneziana di Venerdì scorso, visto che era per me la settima volta e ormai avevo già visto gran parte delle chiese e delle splendide “scuole”, avevo già visitato più di una volta le vetrerie di Murano, trascorso intere giornate ai musei, esplorato le Gallerie dell’Accademia e passeggiato fino allo sfinimento riempiendomi gli occhi tra campielli e balconi fioriti ho deciso, questa volta, di occuparmi di…dolci!
Ormai grazie a Meringhe e anche a tutti i vostri bellissimi blog e ai vostri consigli è cambiato anche il mio modo di visitare i luoghi, che tramite l’interesse per la cucina, è diventato più attento alle tradizioni. Ora trovo più facile attaccare bottone agli abitanti, cosa che prima non facevo mai, mi viene naturale porre domande, fotografare, cercare delle risposte alle mie curiosità.
Risultati: ho potuto capire che la pasticceria veneziana si compone principalmente di una grande varietà di biscotti, biscottini fino ad enormi biscottoni secchi. Sotto carnevale poi, come praticamente ovunque, vanno i dolci fritti. Tra i biscotti, nelle pasticcerie del centro ho potuto rintracciare: I baicoli: sono i più noti, sottili e friabili con una forma piatta e allungata che sembra prendano il nome da un pesce (?) che, credo, gli assomigli nella forma. Poi I brutti ma buoni, (che io sinceramente credevo fossero emiliani-lombardi) composti di frutta secca, zucchero e albumi montati e che qui però assumono una caratteristica forma ad “S”. Me li hanno descritti, ma non ho visto invece gli zaleti, che dovrebbero essere dolcetti a base di uvetta e granoturco da intingere in vini dolci. Ma quello che più mi ha colpito, che mi ha fatto tanta tanta acquolina è stato pan dei dogi, un panino dolce, duro, pieno di frutta secca incastonata che ho trovato nelle varietà chiaro, scuro al cacao e splendido verde ai pistacchi. La ricetta di questi sembra essere un segreto di stato, veramente io non sono riuscita a trovarla in nessun modo, ho setacciato diversi forum e libri, ora approfitto di queste pagine per chiedere qualcuno per caso, qualche veneziana\o doc, la conosce??? Se si vi prego fatemene partecipe perchè mi hanno troppo ingolosito soprattutto quello verde al pistacchio che è quasi fosforescente e sembra anche un po' chimico però mmmm!
Risultati: ho potuto capire che la pasticceria veneziana si compone principalmente di una grande varietà di biscotti, biscottini fino ad enormi biscottoni secchi. Sotto carnevale poi, come praticamente ovunque, vanno i dolci fritti. Tra i biscotti, nelle pasticcerie del centro ho potuto rintracciare: I baicoli: sono i più noti, sottili e friabili con una forma piatta e allungata che sembra prendano il nome da un pesce (?) che, credo, gli assomigli nella forma. Poi I brutti ma buoni, (che io sinceramente credevo fossero emiliani-lombardi) composti di frutta secca, zucchero e albumi montati e che qui però assumono una caratteristica forma ad “S”. Me li hanno descritti, ma non ho visto invece gli zaleti, che dovrebbero essere dolcetti a base di uvetta e granoturco da intingere in vini dolci. Ma quello che più mi ha colpito, che mi ha fatto tanta tanta acquolina è stato pan dei dogi, un panino dolce, duro, pieno di frutta secca incastonata che ho trovato nelle varietà chiaro, scuro al cacao e splendido verde ai pistacchi. La ricetta di questi sembra essere un segreto di stato, veramente io non sono riuscita a trovarla in nessun modo, ho setacciato diversi forum e libri, ora approfitto di queste pagine per chiedere qualcuno per caso, qualche veneziana\o doc, la conosce??? Se si vi prego fatemene partecipe perchè mi hanno troppo ingolosito soprattutto quello verde al pistacchio che è quasi fosforescente e sembra anche un po' chimico però mmmm!
foto da flickR
L'aspetto è più o meno questo e davvero è troppo strano è l'unica foto che sono riuscita a trovare in rete! (Perchè là nelle pasticcerie non erano molto pro a lasciarmeli fotografare..)
non lo conosco questo dolce ma da l'aspetto sembra molto buono!
RispondiEliminaquante cose bellissime ;)
RispondiEliminaanch'io cerco la ricetta del pane dei dogi ,davvero buono,ma introvabile
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